BENVENUTI

BENVENUTI sul blog della Moto Shifty
IN COSTRUZIONE.JPG
I N D I C E
SHIFTY.JPG
Ugolino Grandis, eclettico tecnico padovano, è stato l’ideatore, il progettista e il costruttore della Moto Shifty, una motocicletta equipaggiata con un motore automobilistico. La denominazione del mezzo fa riferimento al verbo inglese to shift, che significa “cambiare”, “spostare”, “trasferire”, e che è stato volutamente cercato per dare l’idea della facilità con cui, in teoria, era possibile “traslocare” il motore da una autovettura – quella di riferimento era la Fiat 127 – al telaio motociclistico predisposto ad accoglierlo. Infatti motore e trasmissione derivavano direttamente da questa popolare utilitaria torinese con trazione anteriore e, segnatamente, la più venduta in Europa fin dal 1970.
L’idea di equipaggiare una moto con un motore preso da un’automobile non è certo nuova. Sin dai primordi della storia motociclistica diversi tecnici hanno provato a realizzare questo difficile “cocktail”. Tra le primissime realizzazioni di questo tipo ricordiamo
Tornando al nostro modello possiamo dire che la fase preparatoria ha richiesto qualche anno. Dal tavolo da disegno al primo esemplare funzionante ne sono trascorsi circa quattro, tempo in cui il tecnico padovano ha prima definito le quote, gli ingombri, le distribuzioni dei pesi e quant’altro è legato alla fase progettuale, per poi concentrarsi sulla scelta dei componenti e degli accessori – parti reperite perlopiù tra pezzi già esistenti e adattati all’uopo. Una volta realizzato il primo esemplare si è ottimizzato il tutto, risolvendo quei piccoli problemi emersi in fase di collaudo.
Del propulsore Fiat, la Shifty ha mantenuto veramente tutto, compreso l’impianto elettrico, le pompe e perfino i filtri. Pure il cambio è lo stesso, anche se la trasmissione finale è a catena. Per far ciò Grandis ha semplicemente applicato un pignone in modo diretto sul differenziale, senza modificare nulla, mentre un albero intermedio provvede a disassare a destra la trasmissione mediante una catena che possiamo definire primaria.
Il prodotto finale è caratterizzato da una grande imponenza e da un peso che supera, anche se di poco, i due quintali e mezzo: elevato, ma pur sempre inferiore a quello di altre maximoto dello stesso periodo come la Honda 1000 Gold Wing, la Moto Guzzi 1000 Idroconvert o alcune Harley Davidson (Pensate che combinazione. Sull’Enciclopedia Pratica per la Moto Su Strada della Fabbri Editore, subito dopo le pagine dedicate alla Shifty c’è la prova della Harley Davidson Liberator, non commercializzata in Italia, che vanta un peso di 380 kg. Quasi cento in più!) o quasi uguale a quello della Honda 1000 CBX, della Kawasaki Z1000, della Moto Guzzi 850 T3 California, della MV 750 Sport America, della Suzuki GS 1000, della Yamaha XS 1100 o della Harley Davidson 1200 Electra Glide.
Alla fine del percorso di affinamento e collaudo la moto era pronta per sostenere la prova del mercato che, purtroppo, non la comprese. Dopo settanta esemplari costruiti, in gran parte venduti in Spagna, e la permanenza per alcuni anni nei listini, la Shifty uscì di scena.

Disclaimer
Si fa presente che questo blog è curato e redatto senza scopo di lucro ma per semplice interesse personale legato al mondo delle due ruote ed in particolare a questa marca motociclistica. Si precisa inoltre che, non essendoci alcun vantaggio economico collegato, neppure in via indiretta, il presente blog non rappresenta una testata giornalistica, anche perchè verrà aggiornato senza alcuna periodicità e non può pertanto, a nessun titolo, essere considerato un prodotto editoriale, ai sensi della Legge n. 62. del 07.03.2001. Alcuni testi o immagini inserite in queste pagine sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email (dilenardoalessandro@libero.it). Saranno immediatamente rimossi. L’autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.
I N D I C E
Grazie della visita. Se vuoi lasciare un “segno” del tuo passaggio, lo puoi fare nella pagina GUESTBOOK. Sarebbe molto bello.