LA MOTO

I N D I C E

La Moto Shifty è nata da un’idea di Ugo Grandis che ha voluto proporre, alla fine degli anni settanta, un mezzo alternativo a tutti quelli presenti sul mercato.

Questa moto voleva essere la “quadratura del cerchio” nel campo della reversibilità. Infatti, utilizzando un solo motore, Fiat, si potevano possedere due mezzi: una macchina ed una moto. L’idea era quella di trapiantare la meccanica, in base alla stagione, dal cofano di una “127” al telaio di una Shifty.

Un’idea che, realmente, richiedeva tempi accettabili per la trasformazione, purchè effettuata da un abile meccanico, ma… troppo “avanti” per essere capita in quei tempi.

La moto, proposta sia con la sola ciclistica che completa, fu, praticamente, venduta solo in questa seconda versione e tutti i circa settanta esemplari non sperimentarono l’aspetto… reversibile.

Quando apparve per la prima volta al Salone di Milano del 1979 mostrò tutto il suo aspetto “muscoloso”, forzatamente imponente sotto l’aspetto meccanico e ben supportato da una robusta ciclistica e da sapienti plastiche che raccordavano il tutto.

Complessivamente non si poteva dire che la moto era bella, ma… interessante. Volutamente grande e grossa, almeno per quegli anni. In compenso, una volta avviata, si dimostrava molto ben equilibrata e facile da guidare. Appena il grosso bilanciere faceva entrare la prima marcia, questo gigante cominciava a muoversi con disinvoltura, nonostante i quasi trecento chili, grazie ad un baricento abbastanza basso e ad un bel manubrio largo.

La storia ci racconta che la Moto Shifty non ebbe il successo che Ugo Grandis aveva sperato, dopo l’iniziale curiosità, fu ben presto dimenticata e le sopravvissute delle poche decine di moto prodotte ora si “riposano” nei garage o negli show room di pochi appassionati, sempre pronte a stupire con il loro “marchio” di unica moto al mondo nata per essere trasformata da moto a macchina.